venerdì 27 febbraio 2009



Puntuale torna il dibattito sul nucleare. Dato che sono ambientalistadi lungo corso e mi interesso dell'argomento, darò qui il mio modestoparere, citando solo fatti a mio parere incontrovertibili, dettati da buonsenso.
In Italia si dice che tornando all'atomo si affrancherebbe il paesedalla dipendenza energetica da petrolio: va detto che per generareuna tale quantità di energia che renda superfluò il petrolio,occorrerebbero circa una ventina di centrali nucleari o più, unaper ogni regione, quindi 24, da costruire in un sito geologicamentesicuro e stabile in un paese notoriamente soggetto a fenomenisismici frequenti e rilevanti, e questo è un fatto.
La costruzione di una centrale nucleare viene sempre spacciatacome conveniente dai sostenitori: l'energia prodotta costerebbemeno di quella generata da altre fonti, ma ciò è vero solo se siconteggia nella creazione di energia solo i costi del processo dicreazione tramite il reattore, se invece si aggiungono i costistratosferici di costruzione (miliardi di euro risultano solo per lanuovissima centrale di 3° generazione in costruzione in Finlandia)e quelli per le misure di sicurezza, l'atomo non è redditizzio,neanche per il privato che perciò si rivolge allo Stato, come inFrancia, la cui filiera nucleare civile è poi strettamente legata a quella militare che supplisce con denaro e strutture allosmaltimento delle scorie, pericolosissime, e alla gestione degliimpianti, altro fatto incontrovertibile.
Per concludere in Italia si parla di rischi minori derivanti dalle nuovecentrali nucleari, ma quelle di seconda generazione che verrebberoinstallate non sono poi così sicure (50% di danno o incidenti più omeno gravi come fuga di radiazioni o contaminazione di acqua earia), inoltre necessitano di tempo per essere costruite, nelmigliore dei casi 10 anni prima dell'attivazione, i costi poi sarebberocoperti dallo Stato, quindi dalla tassazione sulla collettività,necessitano poi di enormi quantità d'acqua per il raffreddamento,in un paese in perenne crisi idrica, l'acqua di mare non può essereutilizzata perche appunto salata. L'uranio necessario per lafunzione di qualsiasi centrale intanto si sta esaurendo, si calcolache nel 2040 sarà terminato, quindi avremmo uranio nel miglioredei casi per il funzionamneto di centrali nucleari durante unaventina d'anni, passati questi si presenterebbe il problema dello smaltimento delle scorie... In Italia vi è un depositomal tenuto e costoso, che presenta già problemi di stoccaggio etenuta, con riversamento di acqua radioattiva nell'intercapedinedi protezione, e questo è un fatto.I nostri attuali governanti parlano di Centrali nuclari come sefossero acqua fresca, ma dimenticano di non saperne poiassolutamente nulla, per contro dimenticano i 250 giorni diinsolazione di cui dispone il nostro paese, come del vento e del moto ondoso (l'Italia è circondata dal mare...) chepotrebbero tranquillamente supplire al bisogno energetico,con centrali eoliche, pannelli fotovoltaici ecc, le sparate dellapolitica insomma evidenziano un evidente pressione lobbisticache come l'inceneritore di Acerra porterà a realizzare per il privato opere costose e "inutili" tramite soldi della collettività,che poi neanche saranno terminate o attivate tra dieci anni,ma avranno permesso di soddisfare un pò di commesse per gli industrialotti del nostro paese, utili a rimpinguare le lorotasche...e a svuotare un pò di più le nostre: questi nonsono altro che fatti.

domenica 22 febbraio 2009

A Sanremo vince la non cultura


Marco Carta...chi è costui? Pare si tratti dell'ennesimo prodotto della factory di Maria De Filippi,
conduttrice di uno dei programmi più inutili del palinsesto televisivo. Ho provato a guardare "Amici" ma dopo 5 minuti, più forte di me, subentrava l'impulso da zapping, perciò non credo di essere portato per programmi del genere... Gli AfterHours invece se non sbaglio dovrebbero aver vinto il Premio della critica. Interpellati su cosa pensavano del vincitore sono stati lapidari, ha vinto Carta e allora? Un pò è anche colpa vostra (dei Mass Media ndr) perchè fate passare questo tipo di "cultura", quella di "Amici", perciò poi gli "italiani" votano per personaggi del genere. Si voleva creare una Sanremo "culturale" di alto livello ma dimentichiamo che siamo in Italia? In realtà la gente ha votato questo Carta che tra un anno nessuno più ricorderà (qualcuno ricorda Giò Di Tonno? Mi sembra sia in fase di sparizione...) perchè il ragazzo bontà sua incarna bene lo spirito dell'Italietta fscistoide e pro-ronda di questo scorcio di nuovo millennio: i ragazzi devono saper cantare? No, basta che siano belli e ben vestiti, che stiano zitti e possibilmente non pensino, meglio se non rompano proprio i coglioni agli "anziani". La gioventù è questo e basta, il resto sono chiacchiere e agli italiani le chiacchiere non interessano, più interessante è la quarta di reggiseno di una concorrente del Grande Fratello. Ecco ciò che è diventato questo paese malsano.
Viene da chiedersi perchè ostinarsi a far vedere un evento come Sanremo seguito solo dalle famiglie dell'Auditel che ingannano gli ascolti con 26 milioni...ma quando mai! Si sa che sono presi tali numeri dai dati su un campione "rappresentativo" di teleutenti dotati di congegno di rilevamento dell'auditel, questo campione elevato all'ennesima potenza dovrebbe dare una misura significativa dello share e dei milioni di spettatori. Invece è tutto falso, io in questi giorni di Sanremo ho letto un libro, altro che farmi propinare ragazzini di plastica creati dalla TV o le cazzate sugli omosessuali sparate da un certo Povia per farsi vedere. La TV dovrebbe essere qualcosa di più serio credo.

venerdì 20 febbraio 2009

Berlusconi continua a sparlare, chi ci salverà da lui? Noi stessi.



Finalmente una scelta sensata, come non elettore e non simpatizzante del PD tiro un sospiro di sollievo per loro, se ne sono accorti che il paese va a scatafascio? Che la gente per strada aumenta e anche l'insicurezza sociale?
E' triste che il Veltro' si sia dimesso e il PD sia al suo minimo storico (e che però può ancora peggiorare), e personalmente non mi dispiace. Veramente triste (e pericoloso) è invece che capelli di rame continui a sparar cazzate impunemente: "i desaparecidos andavano a fare gite sul mare"... e che nessuno scenda in piazza, a chiedere le sue dimissioni, voi vedete milioni di incazzati per strada? No? Certo qui ognuno dice all'altro "vai avanti tu che io ti seguo", poi quando la polizia gli spacca la testa, all'idealista che si è fatto avanti, gli altri si insaccano sotto la sabbia e se ne vanno, non si sta tanto male in Italia poi, dai mica è come il Ventennio, e via con altre amenità varie. Ma davvero dovremo finire come in Argentina per vedere la rabbia della gente gonfiare le strade? Si vede che non abbiamo ancora toccato il fondo. Ora è venuto il momento di darsi una mossa, niente di eclatante per adesso, un po di vero "socialismo" farebbe del bene, come auspicava Dalema, certo non uno di sinistra, che però ha capito: a capito che la crisi economica e di valori ci porterà solo verso un abisso spalancato da un berlusconismo privo di principi, legato al Dio denaro e al potere di fare ciò che vuole, che straparla di libertà, ma della sua, gli altri devono vederla comprimere la loro libertà di scelta, di religione, di opinione ecc.
E' venuto il momento di scavare le buche, come faceva fare Roosvelt ai disoccupati della crisi del '29, aggiungo che nelle buche ci metterei tutta la classe dirigente e politica che ha FALLITO ma non vuole capirlo, andate a scavare allora e lasciateci vivere. Mi basta un Italia senza pretese ma onesta, più piccola e pulita ma anche seria e laboriosa, dove tutti rispettano le regole e i forti sono controllati a vista, i deboli sono tutelati e soprattutto in cui visia giustizia sociale per i più poveri, legge uguale per tutti, ma senza stupide repressioni, liberta di scelta, libertà di morire, liberta di pensare, fumare quello che uno vuole, leggere quello che si vuole, libertà di essere se stessi, contro tutti i razzisti e i bigotti, ipocriti e picchiatori da strapazzo che non pensano ma urlano soltanto. Riguardo alle buche dare qualcosa da fare come Stato a tutti i cassintegrati e disoccupati di questo paese delle banane, pagandoli e permettendogli di farsi una vita, una famiglia, una casa, sarebbe il minimo che un governo serio potrebbe fare in questo momento invece di dare gli ecoincentivi per automobili ed elettrodomestici inutili, che non si mangiano... invece il salario sociale anche minimo rilancia i consumi essenziali e da un pò di speranza e credo che in questo momento ce ne voglia tanta per andare avanti.

sabato 14 febbraio 2009

CONTINUAMO COSI'



Credo che chi come me non ha un lavoro, in questo periodo di crisi nera, almeno ha un vantaggio: non rischia di perdere il posto di lavoro.
Certamente sono preoccupato anche io, sono preoccupato ma ormai sono quasi abituato ai tanti Cavalieri "preoccupati", agli industriali che pensano solo a tagliare i posti di lavoro e non i loro profitti. Sono preoccupato da chi da la colpa agli immigrati di tutto ciò che succede in Italia e sono preoccupato anche dai dementi che stuprano a più non posso, dai picchiatori fascisti, o dai talebani pro-vita che minacciano di morte un medico che esegue ciò che un tribunale ha stabilito.
Ma quando uno come Gasparri parla e straparla, non sono preoccupato, sono solo seccato per tutte le "stronzate" che dice...e preferirei che andasse a pascolare le pecore invece che ritrovarmelo senatore della Repubblica o Ministro, che c'azzecca costui con un posto di responsabilità del genere?

martedì 10 febbraio 2009

C'è chi è stato colpito per molto meno...



Nel 1998 la Serbia è stata bombardata quando attaccò e occupò il Kosovo (e in quel caso si trattava di un territorio che ne faceva parte e da cui una minoranza di "terroristi" (definiti così dai serbi ovviamente) voleva staccarsi per avere un proprio stato...Bene: sappiamo come è andata a finire ma non mi sembra che nessuno qui invochi bombardamenti "umanitari" sulle istallazioni militari israeliane, laTV, le radio, ponti e industrie.....

Mi aspetto che almeno l'Accademia del Nobel in Svezia ritiri il Premio Nobel per la Pace ad un' "uomo" come Peres dopo le sue "dichiarazioni" di "pace". Non capisco perche Israele si incazza tanto quando viene criticata la sua azione militare: se ha ragione da vendere, forte di questa sua "ragione universale" dovrebbe ignorare le parole di tutti e proseguire dritta per la sua strada ma aimè anche loro sono "umani", soggetti a ire, odi, avidità e ipocrisie, nonchè una bella dose di repressa aggressività che sfogano sui palestinesi appena uno dei loro rappresentanti (Hamas è stata eletta dal popolo palestinese, anche se può non far piacere) dice no ai loro "ordini". E allora in Italia dovremmo rovesciare Belusconi perchè è stato votato dal popolo ed è un bandito pluri inquisito e iscritto ad un gruppo segreto che voleva sovvertire lo Stato di diritto? Non mi sembra che sia successo neinte di tutto ciò perchè al solito sono sempre i più deboli sul terreno ad essere puniti, quando si ha la certezza dell'impunità e di poter agire come si vuole, non si teme di compiere qualunque aberrazione, finche non è troppo tardi per restare umani.

lunedì 9 febbraio 2009

Sulla rete si trovano Blog aberranti: filoisraeliani e sionisti, no gli israeliani non vogliono la pace

Gli israeliani vogliono una vittoria senza condizioni, una terra desolata su cui piantare la loro bandiera, che allora chiameranno "pace", non vogliono parlare con nessuno tranne con se stessi, e avere ragione, sempre, e a qualunque costo. Non importa se non vincono più una guerra dal 2000, se si sono ritirati da Libano e Gaza, se tra 10 anni saranno minoranza che governa su una maggioranza di palestinesi e arabo-israeliani in uno stato di aparthaid, solo quando il loro sistema collasserà capiranno di aver sbagliato...
Da www.comedonchisciotte.org
Ringrazio Paolo Barnard per questa sua analisi lucidae supportata da fatti, avevo detto che non avrei piùscritto per un pò, e infatti pubblico le parole di unapersona che per me ha il merito di spiegare e analizzarea fondo quello che molti non si sognano neanche di capire.Continuamo a ragionare come ha fatto lui e forse capiremo.Perché una cosa sia chiara a tutti: l’unica speranza di porre fine alla barbarie in Palestina sta nella presa di posizione decisa dell’opinione pubblica occidentale, nella sua ribellione alla narrativa mendace che da 60 anni permette a Israele di torturare un intero popolo innocente e prigioniero nell’indifferenza del mondo che conta, quando non con la sua attiva partecipazione. Ma se gli intellettuali non fanno il loro dovere di denuncia della verità, se cioè non sono disposti a riconoscere ciò che l’evidenza della Storia gli sbatte in faccia da decenni, e se non hanno il coraggio di chiamarla pubblicamente col suo nome, che è: Pulizia Etnica dei palestinesi, mai si arriverà alla pace laggiù. E l’orrore continua. Essi, di quegli orrori, hanno una piena e primaria corresponsabilità.
L’evidenza della Storia di cui parlo è in primo luogo: che il progetto sionista di una ‘casa nazionale’ ebraica in Palestina nacque alla fine del XIX secolo con la precisa intenzione di cancellare dalla ‘Grande Israele’ biblica la presenza araba, attraverso l’uso di qualsiasi mezzo, dall’inganno alla strage, dalla spoliazione violenta alla guerra diretta, fino al terrorismo senza freni. I palestinesi erano condannati a priori nel progetto sionista, e lo furono 40 anni prima dell’Olocausto. Quel progetto è oggi il medesimo, i metodi sono ancor più sadici e rivoltanti, e Israele tenterà di non fermarsi di fronte a nulla e a nessuno nella sua opera di Pulizia Etnica della Palestina. Questo accadde, sta accadendo e accadrà. Questo va detto, illustrato con la sua mole schiacciante di prove autorevoli, va gridato con urgenza, affinché il pubblico apra finalmente gli occhi e possa agire per fermare la barbarie.
In secondo luogo: che la violenza araba-palestinese, per quanto assassina e ingiustificabile (ma non incomprensibile), è una reazione, REAZIONE, disperata e convulsa, a oltre un secolo di progetto sionista come sopra descritto, in particolare a 60 anni di orrori inflitti dallo Stato d’Israele ai civili palestinesi, atrocità talmente scioccanti dall’aver costretto la Commissione dell’ONU per i Diritti Umani a chiamare per ben tre volte le condotte di Israele “un insulto all’Umanità” (1977, 1985, 2000). La differenza è cruciale: REAGIRE con violenza a violenze immensamente superiori e durate decenni, non è AGIRE violenza. E’ immorale oltre ogni immaginazione invertire i ruoli di vittima e carnefice nel conflitto israelo-palestinese, ed è quello che sempre accade. E’ immorale condannare il “terrorismo alla spicciolata” di Hamas e ignorare del tutto il Grande terrorismo israeliano.
Le prove. Non posso ricopiare qui migliaia di documenti, citazioni, libri, atti ufficiali e governativi, rapporti di intelligence americana e inglese, dell’ONU, delle maggiori organizzazioni per i Diritti Umani del mondo, di intellettuali e politici e testimoni ebrei, e tanto altro, che dimostrano oltre ogni dubbio quanto da me scritto. Quelle prove sono però facilmente consultabili poiché raccolte per voi e rigorosamente referenziate in libri come “La Pulizia Etnica della Palestina”, di Ilan Pappe, Fazi ed., o “Pity The Nation”, di Robert Fisk, Oxford University Press, e “Perché ci Odiano”, Paolo Barnard, Rizzoli BUR, fra i tantissimi. O consultabili nei siti http://www.btselem.org/index.asp, http://www.jewishvoiceforpeace.org, http://zope.gush-shalom.org/index_en.html, http://www.kibush.co.il, http://rhr.israel.net, http://otherisrael.home.igc.org. O ancora leggendo gli archivi di Amnesty International o Human Rights Watch, o ne “La Questione Palestinese” della libreria delle Nazioni Unite a New York.
E torno al “tradimento degli intellettuali” nostrani. Vi sono aspetti di quel fenomeno che sono fin disperanti. Il primo è l’ignoranza in materia di conflitto israelo-palestinese di alcuni di quei personaggi, Marco Travaglio per primo; un’ignoranza non scusabile, per le ragioni dette sopra, ma anche ‘sospetta’ in diversi casi.
Un secondo aspetto è l’ipocrisia: l’evidenza di cui sopra è soverchiante nel descrivere Israele come uno Stato innanzi tutto razzista, poi criminale di guerra, poi terrorista, poi Canaglia, poi persino neonazista nelle sue condotte come potere occupante. Ricordo il 17 novembre 1948, quando Aharon Cizling, allora ministro dell’agricoltura della neonata Israele, sorta sui massacri dei palestinesi innocenti, disse: “Adesso anche gli ebrei si sono comportati come nazisti, e tutta la mia anima ne è scossa”. Ricordo Albert Einstein, che sul New York Times del dicembre 1948 definì l’emergere delle forze di Menachem Begin (futuro premier d’Israele) in Palestina come “un partito fascista per il quale il terrorismo e la menzogna sono gli strumenti”. Ricordo Ephrahim Katzir, futuro presidente di Israele, che nel 1948 mise a punto un veleno chimico per accecare i palestinesi, e ne raccomandò l’uso nel giugno di quell’anno. Ricordo Ariel Sharon, che sarà premier, e che nel 1953 fu condannato per terrorismo dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU con la risoluzione 101, dopo che ebbe rinchiuso intere famiglie palestinesi nelle loro abitazioni facendole esplodere. Ricordo l’ambasciatore israeliano all’ONU, Abba Eban, che nel 1981 disse a Menachem Begin: “Il quadro che emerge è di un Israele che selvaggiamente infligge ogni possibile orrore di morte e di angoscia alle popolazioni civili, in una atmosfera che ci ricorda regimi che né io né il signor Begin oseremmo citare per nome”. Ricordo la risoluzione ONU A/RES/37/123, che nel dicembre del 1982 definì il massacro dei palestinesi a Sabra e Chatila sotto la “personale responsabilità di Ariel Sharon” un “atto di genocidio”. Ricordo le parole dello Special Rapporteur dell’ONU per i Diritti Umani, il sudafricano John Dugard, che nel febbraio del 2007 scrisse che l’occupazione israeliana era Apartheid razzista sui palestinesi, e che Israele doveva essere processata dalla Corte di Giustizia dell’Aja. Ricordo le parole dell'intellettuale ebreo Norman G. Finkelstein, i cui genitori furono vittime dell’Olocausto: “Ma se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti, devono semplicemente smettere di comportarsi da nazisti.” Ricordo che esistono prove soverchianti che Israele usa bambini come scudi umani; che lascia morire gli ammalati ai posti di blocco; che manda i soldati a distruggere i macchinari medici nei derelitti ospedali palestinesi; che viola dal 1967 tutte le Convenzioni di Ginevra e i Principi di Norimberga; che ammazza i sospettati senza processo e con loro centinai di innocenti; che punisce collettivamente un milione e mezzo di civili esattamente come Saddam Hussein fece con le sue minoranze shiite; che massacra 19.000 o 1.000 civili a piacimento in Libano (1982, 2006) e poi reclama lo status di vittima del ‘terrorismo’. Ricordo che il Piano di Spartizione della Palestina del 1947 fu rigettato da Ben Gurion prima ancora che l'ONU lo adottasse, e che esso privava i palestinesi di ogni risorsa importante (dai Diari di Ben Gurion). Ricordo che la guerra arabo-israeliana del 1948 fu una farsa dove mai l’esercito ebraico fu in pericolo di sconfitta, tanto è vero che Ben Gurion diresse in quei mesi i suoi soldati migliori alla pulizia etnica dei palestinesi (sempre dai Diari di Ben Gurion); che la guerra dei Sei Giorni nel 1967 fu un’altra menzogna, dove ancora Israele sapeva in aticipo di vincere facilmente “in 7 giorni”, come disse il capo del Mossad Meir Amit a McNamara a Washington prima delle ostilità, e mentre l’egiziano Nasser tentava disperatamente di mediare una pace (dagli archivi desecretati della Johnson Library, USA); che gli incontri di Camp David nel 2000 furono un inganno per distruggere Arafat, come ho dimostrato in “Perché ci Odiano” intervistando i mediatori di Clinton; che i governi di Israele hanno redatto 4 piani in sei anni per la distruzione dell'Autorità Palestinese sancita dagli accordi di Oslo mentre fingevano di volere la pace (nomi: Fields of Thorns, Dagan, The Destruction of the PA, ed Eitam); che la tregua con Hamas che ha preceduto l’aggressione a Gaza fu rotta da Israele per prima il 4 novembre del 2008 (The Guardian, 5/11/08 – Ha’aretz, 30/12/08), con l’assassino di 6 palestinesi. E queste sono solo briciole della mole di menzogne che ci hanno raccontato da sempre sulla 'epopea' sionista.
Ricordo infine Ben Gurion, il padre di Israele, che lasciò scritto: “Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle loro terre, per ripulire la Galilea dalla sua popolazione araba”. E ancora: “C’è bisogno di una reazione brutale. Se accusiamo una famiglia, dobbiamo straziarli senza pietà, donne e bambini inclusi. Durante l’operazione non c’è bisogno di distinguere fra colpevoli e innocenti”. Quell'uomo pronunciò quelle agghiaccianti parole 20 anni prima della nascita dell’OLP, più di 30 anni prima della nascita di Hamas, 50 anni prima dell’esplosione del prima razzo Qassam su Sderot in Israele.
Ricordo ai nostri ‘intellettuali’ di andarle a leggere queste cose, che sono in libreria accessibili a tutti, prima di emettere sentenze.
E l’ipocrisia sta nel fatto che questi negazionisti di tali orrori storici possono scrivere le enormità che scrivono sulla tragedia di Gaza, sulla Pulizia Etnica dei palestinesi, e possono dichiararsi filo-israeliani “appassionati” (Travaglio) senza essere ricoperti di vergogna dal mondo della cultura, dai giornalisti e dai politici come lo sarebbe chiunque negasse in pubblico l’orrore patito per decenni dalle vittime dell’Apartheid sudafricana, o i massacri di pulizia etnica di Srebrenica e in tutta la ex Jugoslavia.
Il mio appello a questi colti mistificatori è: continuare a seppellire sotto un oceano di menzogne, di ipocrisia, sotto l’indifferenza allo strazio infinito di un popolo, sotto la vostra paura o la vostra convenienza, la grottesca sproporzione fra il torto di Israele e quello palestinese, causa e causerà ancora morti, agonie, inferno in terra per esseri umani come noi, palestinesi e israeliani. Sono più di cento anni che il nostro mondo li sta umiliando, tradendo, derubando, straziando, con Israele come suo sicario. Sono 60 anni che chiamiamo quelle vittime “terroristi” e i terroristi “vittime”. Questo è orribile, contorce le coscienze. Non ci meravigliamo poi se i palestinesi e i loro sostenitori nel mondo islamico finiscono per odiarci. Dio sa quanta ragione hanno, cari 'intellettuali'.Paolo BarnardFonte: www.paolobarnard.infoLink:http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=8611.01.2009

domenica 8 febbraio 2009

Effetto boomerang o banana

L'ossessione per la sicurezza come per l'imposizione di un decreto legge o il cambiamento della costituzione "sovietaica" in Italia potrebbe rivelarsi un effetto boomerang destabilizzante per questo Governo ma soprattutto per il suo "capo" che credeva di avere il permesso di fare qualunque cosa: le persone che scendono in piazza uralando "fascista" al Presidente del consiglio e altri epiteti sono profondamente arrabbiate, è questa una rabbia che si trascina da mesi, con esplosioni violente e incontrollabili spesso orribbili, come i calci al rumeno ubriaco o i tentativi di linciaggio di stupratori, oppure le contestazioni a Premier e Presidente della Camera, qualcosa si è rotto? Probabile, probabilmente andrà sempre peggio, come se un'opposizione alternativa al Governo cominci ad affacciarsi tra la gente comune, fuori dai partiti, fatta più di pancia che di idee, ma ancor più pericolosa per l'esecutivo perchè proviene anche dai suoi stessi elettori, come i lampedusani che hanno votato Lega e ora la contestano. Si chiama effetto boomerang (io lo ribattezzerei anche banana) e penso possa essere applicato ad argomenti tra i più disparati, come la sicurezza, l'articolo quà sotto ne è un esempio.
L'ARTICOLO di Francesco Zanfardino।www.agoravox.it
Lo chiamano "effetto boomerang". Ovvero un argomento che ti fa vincere nell’immediato, ma ti si ritorce contro alla prova dei fatti. Così è successo per la "questione sicurezza", scatenata demagogicamente da questa destra per scopi elettorali, e che adesso, alla luce degli avvenimenti degli ultimi giorni, sta mettendo in seria difficoltà, finalmente, la credibilità del Governo davanti a quegli stessi elettori che entusiasticamente lo hanno sostenuto alle ultime elezioni.E’ stato facile, per la destra, creare una finta emergenza sicurezza, quando al Governo c’era Prodi. E’ stato facile ribaltare i dati reali, che da metà 2007 hanno visto un forte calo dei reati, di tutti i reati, grazie ai "patti per la sicurezza" del Ministro Amato. Compresi quelli che più sensibilmente colpiscono l’opinione pubblica, ovvero gli stupri, specialmente se commessi da stranieri. E’ stato facile giocare sul sensazionalismo dei media, sulla loro naturale predisposizione a "fare notizia" e non a "dare notizie", ponendo in prima fila sempre e solo i casi di cronaca nera, alternati al massimo dalle liti di Governo. E’ stato facile insistere e strumentalizzare sui casi isolati, e non comunicare i veri dati sulla sicurezza nazionale. E’ stato facile, dunque, passare dalla "constatazione" alla "percezione" di sicurezza. Percezione negativa, ovviamente. E’ stato facile per la destra fare tutto questo, soprattutto se aveva a disposizione il controllo diretto di buona parte dell’informazione nostrana e indiretto di quasi tutto il resto. Controllo che le ha consentito, dopo le elezioni di ri-ribaltare la realtà. Ovvero tornare alla realtà vera, dopo averla ribaltata in realtà virtuale, cancellando la percezione di insicurezza. E, ovviamente, per cancellare la "percezione", non servono strumenti reali, ma psicologici. Ecco allora la motivazione di tutti quelle decisioni demagogiche, approvate o anche solo annunciate, inutili sul piano della concretezza ma utilissime sul piano della percezione: reato di immigrazione clandestina, tassa sui permessi di soggiorno, classi separate per gli immigrati, impronte ai Rom, finte facilitazioni per lo sgombero dei campi rom irregolari, finte facilitazioni per l’espulsione dei clandestini, 5 miliardi di euro regalati a Gheddafi per un finto stop agli sbarchi, 3mila militari per le strade, ecc. ecc. Insomma, tutti quei provvedimenti compresi nel "pacchetto sicurezza" e dintorni che avrebbero dovuto essere la panacea di tutti i mali di questo Paese. Per un po’ il giochetto ha tenuto, grazie alla complicità dei media compiacenti. Quegli stessi media che qualche mese prima enfatizzavano qualsiasi caso di cronaca nera, magari dedicandogli speciali, ora sembravano essersene dimenticati, o al massimo relegavano i casi più eclatanti nelle notizie marginali ... quando proprio andava bene, ottenevano la "copertina" per una sola edizione. E così la "percezione di insicurezza" sembrava aver lasciato, certo non spontaneamente, il posto alla ragionevolezza. L’elettorato sembrava accontentarsi della "sicurezza reale", che però riteneva merito del Governo Berlusconi, e non merito dello svanimento di una "percezione di insicurezza" creata ad arte da Berlusconi stesso e dai suoi media sulla vera sicurezza. Ma il giochetto non poteva tenere per sempre. Prima o poi sarebbe successo che in un breve lasso di tempo più eventi eclatanti si sarebbero susseguiti l’uno dietro l’altro, prima o poi la cortina di fumo mediatica avrebbe squarciato. E così è stato nelle ultime settimane: dapprima gli sbarchi massicci a Natale (2000 persone sbarcate a Lampedusa nel freddo natalizio, una cosa mai vista prima). Proprio quella Lampedusa simbolo della "sinistra buonista che fa venire in massa i clandestini", in cui la destra è riuscita a far diventare vicesindaco una leghista, nel profondo, profondissimo Sud d’Italia. Poi i tre stupri di Roma, uno a Capodanno, e due negli ultimi due giorni. Proprio quella Roma in cui due stupri, quello della signora Reggiani e della studentessa della stazione La Storta, hanno regalato la vittoria alla destra di Alemanno ed alla sua "città sicura". E poi la ciliegina sulla torta: la ribellione degli immigrati a Lampedusa, in comune con i lampedusani e il loro sindaco di centrodestra esasperati dalla gestione fallimentare del Governo. E forse, nonostante tutto, il giochetto terrà ancora botta. E’ stato messo in seria difficoltà, certo, dato il mirabolante ed insensato annuncio dei "30mila militari" (probabilmente Berlusconi avrà letto qualche sondaggio fresco fresco) ma forse la cortina di fumo mediatica sarà in grado di tenere ancora tranquilla la popolazione. Ma un giorno non troppo lontano, speriamo prima di questi 4 anni, ci sarà uno squarcio irreparabile. E allora non basteranno gli ulteriori annunci di Berlusconi, che magari dai 30mila militari promessi, oggi passerà a 300mila, magari chiedendo l’aiuto dei caschi blu dell’ONU o alle forze della NATO. Non gli basterà nemmeno dare tante conferenze stampa e tanti servizi televisivi di primo piano in cui spargerà a gran voce la diminuzione dei reati (ovviamente dimenticandosi di dire che è una tendenza che dura da più di un decennio, accentuata dai patti per la sicurezza del precedente Governo, e che speriamo non venga invertita da quest’altro): il virus della "percezione della sicurezza" può essere sopito, ma quando si risveglia, ci vuole tanto, tantissimo per sopirlo nuovamente.

sabato 7 febbraio 2009

Su Eluana è scontro istituzionale tra governo e Quirinale


Sulla vicenda di Eluana si sta verificando uno scontro istitituzionale tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Ieri il governo ha emanato un decreto - ignorando la contrarieta' espressa in una lettera al premier dal capo dello Stato - per fermare i medici che ieri hanno iniziato a sospendere l'alimentazione alla ragazza in coma. Napolitano "rammaricato" non ha controfirmato, invocando il rispetto della Costituzione, mentre Berlusconi si e' spinto fino a promettere un ritorno al popolo ed al voto per chiedere "il cambiamento della Costituzione e del governo".
In serata, il governo ha approvato un disegno di legge con lo stesso testo del decreto rifiutato dal Quirinale. Napolitano ha autorizzato la sua presentazione alle Camere.

Questo articolo da http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=105322 evidenzia bene come lo "strappo" voluto dal Presidente del Consiglio e da alcuni ministri "cattolici" per mero calcolo elettorale, possa rivelarsi un altro boomerang, intanto sondaggi alla mano, da cui il Cavaliere non si separa mai, sembrerebbe che la gente sia più propensa alla pietà per lo stato di Eluana Englaro da 17 anni, che indignata per il distacco graduale dalla macchina che l'alimenta, con la conseguente morte, tale azione viene vista piuttosto come un gesto di pietà.
La domanda è se il Presidente della Repubblica verrà sottoposto ad altre pressioni o sia finita qui, lo stop a Palazzo Chigi segna anche uno scontro istituzionale che potrebbe portare a conseguenze pericolose, come modifiche di legge al ruolo istituzionale del Capo dello Stato, per ripicca al niet sul decreto, modifiche che a mio parere sono un golpe istituzionale. I cittadini non vengono assolutamente interpellati su ciò che vogliono (anche se Berlusconi afferma il contrario in una delle sue ennesime boutade), chiedere a loro di votare cambiamenti enormi e al momento non certo necessari se non al Presidente del Consiglio, li costringerebbe all'ennesimo appuntamento elettorale, con una campagna di opinione governativa tesa alla distorsione delle reali ragioni di questi cambiamenti verso uno Stato di Regime, in cui un solo uomo alla fine deciderebbe e comanderebbe, configurandosi come un novello "Mussolini" che sceglie di cambiare le regole istituzionali quando non gli piacciono, sostituendole con altre, c'è da stare attenti e vigili sperando che sia l'ennesima "sparata" e non qualcosa di molto più serio e pericoloso per cui il caso Eluana era solo un pretesto.

venerdì 6 febbraio 2009

Cosa è il boicottaggio

Cenni storici (ad uso e consumo di chi ignora il senso profondo del boicottaggio) Da http://www.senzasoste.it/
La parola “boicottaggio” comparve nella lingua inglese durante la “Guerra della Terra” irlandese e deriva dal nome del capitano Charles Boycott, agente immobiliare di un latifondista inglese, Earl Erne, nella contea irlandese di Mayo. Nel settembre del 1880, i contadini irlandesi protestarono contro gli abnormi aumenti dei canoni di locazione richiesti da Boycott. Egli non solo rifiutò ogni dialogo, ma li sfrattò dalle loro terre. Charles Stewart Parnell, in un celebre discorso, propose a tutti i cittadini di non ricorrere alla violenza, ma di rifiutarsi di avere qualsiasi rapporto con lui. Nonostante le grandi difficoltà economiche e di altro genere che ricadevano su chi decideva di impegnarsi in questa azione, Boycott si trovò presto isolato, senza più nessuno che andasse a lavorare nei suoi campi,nelle sue stalle e persino nella sua stessa casa. Imprenditori e commercianti locali troncarono ogni rapporto con lui e anche il postino si rifiutò di consegnargli la posta. L'azione concertata contro di lui fece sì che Boycott non fu più in grado di trovare qualcuno per raccogliere le colture nella sua proprietà, per cui fece ricorso ad una cinquantina di collaborazionisti da Cavan e Monaghan, scortati da un migliaio fra poliziotti e soldati. Alla fine, risultò che il costo della protezione era di gran lunga superiore al valore del raccolto.
Il "boicottaggio" continuò con successo. In poche settimane, il nome di Boycott arrivò ovunque, fino ad essere utilizzato dal Times, nel novembre del 1880, come termine per l'isolamento organizzato. Il 1 ° dicembre 1880 il capitano Boycott lasciò l’Irlanda e si ritirò in Inghilterra, con tutta la sua famiglia.
Lista prodotti israeliani: AHAVA: prodotti estetici e dermatologici distribuiti in Italia da P.M.CHEMICALS S.R.L.
MilanoAMCOR: purificatori e condizionatori d'aria, insetticidi
ALBATROSS: fax e sistemi di posta elettronica
CANTINE BARKAN Ltd: vini con etichetta Reserved, Barkan e Village
CANTINE DELLE ALTURE DEL GOLAN: vini con etichetta Yarden, Gamla e Golan distribuiti in Italia da GAJA DISTRIBUZIONE, Barbaresco (Cuneo)
CARMEL: prodotti d'esportazione come avocados, fiori recisi e succhi di frutta
CALVIN KLEIN: alcuni capi di vestiario sono realizzati in Israele
DATTERI DELLA VALLE DEL GIORDANO varietà Medjoul e Deglet Nour
EPILADY/MEPRO: epilatori
HALVA: barrette di sesamo
INTEL: microprocessori e periferiche
JAFFA: agrumi
MOTOROLA: prodotti di irrigazione e fertilizzanti
MUL-T-LOCK Ltd: porte blindate, serrature di sicurezza, cilindri e attrezzature
NECA: saponi
PRETZELS: snack salati della Beigel
SALI DEL MAR MORTO: prodotti cosmetici
Società Gitto Carmelo e Figli Srl di Messina: ha costruito una strada che passa nei territori occupati ed è a solo uso dei coloni
SODA-CLUB Ltd.: sistemi per carbonare e sciroppi per la preparazione disoda e soft drinks
SOLTARN Ltd: pentole e tegami in acciaio antimacchia
VEGGIE PATCH LINE: hamburger di soia e prodotti alternativi Generi :
marche Abbigliamento: Ask Retailer; Gottex, Gideon Oberson, Sara Prints, Calvin Klein
Aromi e spezie: MATA, Deco-Swiss, Israel Dehydration Co. Ltd.
Bevande: Askalon, Latroun, National Brewery Ltd., Carmel, Eliaz BenjaminaLtd., Montfort, Yarden Vineyards, International Distilleries of IsraelLtd. (Sabra), Gamla, Hebroni
Budini: OSEM, MATA, Israel Edible Products Ltd. -Telma
Cipolle: Beit Hashita, Carmit, Sunfrost
Formaggi: Kfir Bnei-Brak Dairy Ltd., Tnuva, Central Co-op,
MATA, HaolamFrutta: Assis Ltd., Carmel Medijuice, NOON, PRI-TAIM, Agrexco USA Ltd.,Yakhin, PRI-ZE, FIT (Federation of Israel Canners), Jaffy's CitrusProducts
Prodotti a base di pomodoro: FIT, Medijuice, Pardess, Yakhin, VITA
Prodotti dolciari (caramelle e noccioline): Carmit, Elite, Geva, Rimon,Karina, Lieber, Oppenheimer, OSEM, Taste of Israel, Israel EdibleProducts - TelmaOlive: Beit Hashita, H&S Private Label, Shan Olives Ltd. (Hazayith)
Marmellate, conserve, sciroppi, miele e frutta candita: Assis Ltd., I&BFarm Products, Meshek Industries (Beit Yitshak 778) Ltd., VITA
Pesce: Noon, Yonah, Carmel, Ask retailer/frozen fillets
Prodotti a base di tacchino: Hod Lavan, Soglowek, Yarden, Ask retailer/butcher/Deli
Prodotti dietetici: Elite, Froumine, OSEM, Israel Edible Products - Telma, Kedem, Afifit Ltd., Magdaniat Hadar Ltd., Tivon
Prodotti di forneria: Affifit Ltd., Barth, Elite, Einat, Froumine, Hadar, Israel Edible Products - Telma, Magdaniat Hadar Ltd., OSEM, Taste of Israel
Prodotti vegetali: Yakhin, PRI-TAIM, PRI-ZE Growers/MOPAZ, Sanlakol, Carmelit Portnoy, Tapud, Sun Frost
Salse per pizza: Jaffa-Mor, VITA, H&S Private Label, MATAZuppe, salse e dadi: Israel Edible Products Ltd. -
Telma, OSEM, MATA, Gourmet Cuisine.
Software e componenti per computer: Four M, Cimatron, Eliashim Micro Computers, Sintel, Ramir (Adacom), Rad, Orbotech, Shatek, Scitex, 4th Dimension Software Ltd., magic Software, 32-bit

BENVENUTI A TUTTI


SONO 1700S, A SEGUITO DI DISACCORDI SU COME LIBERO.IT GESTISCE I BLOG DEGLI UTENTI, CON BANNATURE INGIUSTIFICATE E CENSURE TOTALMENTE ARBITRARIE E VISTO IL BASSO CONTROLLO ESERCITATO INVECE SU BLOG NEOFASCISTI E DI MARCA NEONAZISTA CHE INFESTANO QUELLA PIATTAFORMA, HO DECISO DI SPOSTARE IL MIO BLOG DA QUELLA PIATTAFORMA A QUESTA CHE REPUTO DECISAMENTE PIU' LIBERA E TRASPARENTE.

GRAZIE E A PRESTO